Una storia tristissima, una tragedia, che si è consumata nella città di Savona, dove un nonno ha deciso l’estremo gesto: lanciarsi dalla finestra della sua abitazione perché il dolore di non vedere più il nipotino era troppo grande.
In questi giorni di quarantena abbiamo letto storie commoventi, come quella di nonno Biagino, che ha donato tutta la sua pensione a chi in questo periodo non poteva permettersi neppure di comprare un pezzo di pane. Ma tra queste storie di solidarietà e fratellanza purtroppo vi sono anche quello che non hanno un lieto fine…
A raccontare la drammatica vicenda, il quotidiano Il Secolo XIX, poi ripresa da altre testate giornalistiche.
Noi della redazione di SuperNonni non vorremmo mai dare una notizia del genere, perché non vorremmo che mai accadessero: i nonni rappresentano la roccia solida e forte di questo paese, il porto sicuro dove i figli e i nipoti possono trovare rifugio nelle difficoltà della vita, sono le radici della nostra storia e della nostra cultura.
Questo terribile virus non è il motivo, che ha spinto questo nonno di Savona al suicidio. A spingerlo al tragico gesto l’immenso dolore di vivere in totale solitudine, ma soprattutto lontano dal più grande amore della sua vita: il nipotino.
Non ha retto la distanza, non ha più sopportato di non poterlo abbracciare e stringerlo a sé.
A rendere ancora più drammatica questa vicenda, secondo il quotidiano genovese, l’ipotesi che altri due anziani si sarebbero tolti la vita, perché costretti in casa in totale isolamento, senza poter incontrare i parenti, scambiare quattro chiacchiere con i soliti amici. La quarantena sarebbe stata per loro insopportabile.
Queste tragiche storie ci spingono, però, a lanciare un messaggio di speranza alla comunità dei nonni che ci segue con tanto affetto: dobbiamo resistere, insieme ce la faremo, la situazione sta migliorando, lentamente ma sta migliorando. E quando tutto questo sarà finito, potremmo abbracciare i nostri nipoti in un’esplosione di gioia e di amore sconfinata.
Bisogna avere speranza e fede.
“Non dobbiamo sentirci soli, è una fase passeggera, che verrà superata. Può accadere di sentirsi demoralizzati in questa situazione. Gli anziani non possono vedere figli e nipoti, ma torneranno a farlo. I centri di salute mentale sono sempre aperti e se la situazione è grave, gli operatori possono anche andare a casa“, ha dichiarato », ha detto Carlo Vittorio Valenti, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell’ Asl 2 di Savona, al Secolo XIX.
Forza nonni, noi tutti siamo con voi.